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LA LITURGIA DI DOMENICA
11 GIUGNO 2023
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SANTISSIMO CORPO E
SANGUE DI CRISTO (ANNO A)
Grado
della Celebrazione: SOLENNITA'
Colore liturgico: Bianco
Antifona
d'ingresso
Il Signore
ha nutrito il suo popolo con fiore di frumento
e lo ha saziato con miele dalla roccia. (Cf. Sal 80, 17)
Si dice il Gloria.
Colletta
Signore Gesù Cristo,
che nel mirabile sacramento dell’Eucaristia
ci hai lasciato il memoriale della tua Pasqua,
fa’ che adoriamo con viva fede
il santo mistero del tuo Corpo e del tuo Sangue,
per sentire sempre in noi i benefici della redenzione.
Tu sei Dio, e vivi e regni con Dio Padre,
nell’unità dello Spirito Santo,
per tutti i secoli dei secoli.
PRIMA
LETTURA
(Dt
8,2-3.14-16)
Ti ha
nutrito di un cibo, che tu non conoscevi e che i tuoi padri non avevano mai
conosciuto.
Dal libro
del Deuteronòmio
Mosè parlò al popolo dicendo:
«Ricòrdati di tutto il cammino che il Signore, tuo Dio, ti ha fatto percorrere
in questi quarant’anni nel deserto, per umiliarti e metterti alla prova, per
sapere quello che avevi nel cuore, se tu avresti osservato o no i suoi comandi.
Egli dunque ti ha umiliato, ti ha fatto provare la fame, poi ti ha nutrito di
manna, che tu non conoscevi e che i tuoi padri non avevano mai conosciuto, per
farti capire che l’uomo non vive soltanto di pane, ma che l’uomo vive di quanto
esce dalla bocca del Signore.
Non dimenticare il Signore, tuo Dio, che ti ha fatto uscire dalla terra
d’Egitto, dalla condizione servile; che ti ha condotto per questo deserto grande
e spaventoso, luogo di serpenti velenosi e di scorpioni, terra assetata,
senz’acqua; che ha fatto sgorgare per te l’acqua dalla roccia durissima; che nel
deserto ti ha nutrito di manna sconosciuta ai tuoi padri».
Parola di Dio
SALMO
RESPONSORIALE
(Sal
147)
Rit: Loda
il Signore, Gerusalemme.
Celebra il
Signore, Gerusalemme,
loda il tuo Dio, Sion,
perché ha rinforzato le sbarre delle tue porte,
in mezzo a te ha benedetto i tuoi figli.
Egli mette pace nei tuoi confini
e ti sazia con fiore di frumento.
Manda sulla terra il suo messaggio:
la sua parola corre veloce.
Annuncia a Giacobbe la sua parola,
i suoi decreti e i suoi giudizi a Israele.
Così non ha fatto con nessun’altra nazione,
non ha fatto conoscere loro i suoi giudizi.
SECONDA
LETTURA
(1Cor
10,16-17)
Poiché vi
è un solo pane, noi siamo, benché molti, un solo corpo.
Dalla
prima lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi
Fratelli, il calice della benedizione che noi benediciamo, non è forse comunione
con il sangue di Cristo? E il pane che noi spezziamo, non è forse comunione con
il corpo di Cristo?
Poiché vi è un solo pane, noi siamo, benché molti, un solo corpo: tutti infatti
partecipiamo all’unico pane.
Parola di Dio
SEQUENZA
[Sion, loda il Salvatore,
la tua guida, il tuo pastore
con inni e cantici.
Impegna tutto il tuo fervore:
egli supera ogni lode,
non vi è canto che sia degno.
Pane vivo, che dà vita:
questo è tema del tuo canto,
oggetto della lode.
Veramente fu donato
agli apostoli riuniti
in fraterna e sacra cena.
Lode piena e risonante,
gioia nobile e serena
sgorghi oggi dallo spirito.
Questa è la festa solenne
nella quale celebriamo
la prima sacra cena.
È il banchetto del nuovo Re,
nuova Pasqua, nuova legge;
e l'antico è giunto a termine.
Cede al nuovo il rito antico,
la realtà disperde l'ombra:
luce, non più tenebra.
Cristo lascia in sua memoria
ciò che ha fatto nella cena:
noi lo rinnoviamo.
Obbedienti al suo comando,
consacriamo il pane e il vino,
ostia di salvezza.
È certezza a noi cristiani:
si trasforma il pane in carne,
si fa sangue il vino.
Tu non vedi, non comprendi,
ma la fede ti conferma,
oltre la natura.
È un segno ciò che appare:
nasconde nel mistero
realtà sublimi.
Mangi carne, bevi sangue;
ma rimane Cristo intero
in ciascuna specie.
Chi ne mangia non lo spezza,
né separa, né divide:
intatto lo riceve.
Siano uno, siano mille,
ugualmente lo ricevono:
mai è consumato.
Vanno i buoni, vanno gli empi;
ma diversa ne è la sorte:
vita o morte provoca.
Vita ai buoni, morte agli empi:
nella stessa comunione
ben diverso è l’esito!
Quando spezzi il sacramento
non temere, ma ricorda:
Cristo è tanto in ogni parte,
quanto nell’intero.
È diviso solo il segno
non si tocca la sostanza;
nulla è diminuito
della sua persona.]
Ecco il pane degli angeli,
pane dei pellegrini,
vero pane dei figli:
non dev’essere gettato.
Con i simboli è annunziato,
in Isacco dato a morte,
nell'agnello della Pasqua,
nella manna data ai padri.
Buon pastore, vero pane,
o Gesù, pietà di noi:
nutrici e difendici,
portaci ai beni eterni
nella terra dei viventi.
Tu che tutto sai e puoi,
che ci nutri sulla terra,
conduci i tuoi fratelli
alla tavola del cielo
nella gioia dei tuoi santi.
Canto al
Vangelo
(Gv 6,51)
Alleluia, alleluia.
Io sono il pane vivo, disceso dal cielo, dice il Signore,
se uno mangia di questo pane vivrà in eterno.
Alleluia.
VANGELO
(Gv
6,51-58)
La mia
carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda.
+ Dal
Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesù disse alla folla:
«Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in
eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo».
Allora i Giudei si misero a discutere aspramente fra loro: «Come può costui
darci la sua carne da mangiare?».
Gesù disse loro: «In verità, in verità io vi dico: se non mangiate la carne del
Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avete in voi la vita. Chi
mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò
nell’ultimo giorno. Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera
bevanda.
Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui. Come il
Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui
che mangia me vivrà per me. Questo è il pane disceso dal cielo; non è come
quello che mangiarono i padri e morirono. Chi mangia questo pane vivrà in
eterno».
Parola del Signore
Preghiera
dei fedeli
Il sacramento del Corpo e del Sangue del Signore è culmine e fonte di tutta la
vita della Chiesa. Innalziamo la nostra preghiera unanime, perché da questo
grande mistero scaturiscano i doni dell’unità e della pace.
Preghiamo insieme e diciamo: Per il mistero del tuo Corpo e del tuo Sangue,
salvaci, Signore.
1. Per la
santa Chiesa: fortificata dal Pane di vita cammini sulle strade del mondo
annunciando in parole e in opere il Vangelo di salvezza. Preghiamo.
2. Per i sacerdoti, ministri dell’altare: si conformino sempre più al mistero
che celebrano, a lode di Dio e a servizio del suo popolo. Preghiamo.
3. Per i ragazzi che partecipano per la prima volta al banchetto eucaristico:
portino nelle famiglie e nei loro ambienti di vita la freschezza dell’annuncio
pasquale, e crescano in sapienza e grazia. Preghiamo.
4. Per gli infermi che non possono partecipare all’assemblea domenicale: come
membra sofferenti e preziose del corpo di Cristo, sentano il conforto della
comunità cristiana e siano sostenuti nella speranza dalla comunione con il
Signore. Preghiamo.
5. Per noi invitati alla mensa eucaristica: la nostra vita, in unione al Corpo e
al Sangue di Cristo, sia vissuta in rendimento di grazie al Padre e fiorisca in
gesti di carità fraterna. Preghiamo.
Signore Gesù, nell’Eucaristia, sacramento del tuo amore, hai posto la sorgente
dello Spirito: fa’ che, nutrendoci con il cibo di vita eterna e la bevanda di
salvezza, pregustiamo il convito del cielo. Tu che vivi e regni nei secoli dei
secoli.
Preghiera
sulle offerte
Concedi benigno alla tua Chiesa, o Signore,
i doni dell’unità e della pace,
misticamente significati nelle offerte che ti presentiamo.
Per Cristo nostro Signore.
PREFAZIO
DELLA SANTISSIMA EUCARISTIA I
L’Eucaristia memoriale del sacrificio di Cristo
È veramente cosa buona e giusta,
nostro dovere e fonte di salvezza,
rendere grazie sempre e in ogni luogo
a te, Signore, Padre santo,
Dio onnipotente ed eterno,
per Cristo Signore nostro.
Sacerdote vero ed eterno,
egli istituì il rito del sacrificio perenne;
a te per primo si offrì vittima di salvezza,
e comandò a noi di compiere l’offerta in sua memoria.
Il suo Corpo per noi immolato
è nostro cibo e ci dà forza,
il suo Sangue per noi versato
è la bevanda che ci redime da ogni colpa.
Per questo mistero di salvezza,
il cielo e la terra si uniscono in un cantico nuovo
di adorazione e di lode,
e noi, con tutti gli angeli del cielo,
proclamiamo senza fine la tua gloria: Santo, ...
Antifona
di comunione
Dice il Signore: «Chi mangia la mia carne
e beve il mio sangue
rimane in me e io in lui». Alleluia. (Gv 6,56)
Preghiera
dopo la comunione
Donaci, o Signore,
di godere pienamente della tua vita divina nel convito eterno,
che ci hai fatto pregustare
in questo sacramento del tuo Corpo e del tuo Sangue.
Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli.
Commento
Oggi festeggiamo il sacramento dell’Eucaristia che il Signore ci ha lasciato
come segno della sua presenza, della sua realtà corporale, del suo sacrificio
sulla croce e della vita eterna di cui ci ha reso partecipi. Gesù ce ne parla in
termini di corpo e di cibo. La realtà del dono del Padre alla nostra umanità si
esprime, dall’inizio alla fine, sotto forma di corpo. Si tratta dapprima della
realtà carnale del corpo fatto di carne e sangue, che soffre e muore sulla
croce. È questo corpo ferito che risorge e che Gesù dà da vedere e da toccare
agli apostoli. Ma Gesù non si ferma qui. Suo corpo è anche la Chiesa (Col 1,18),
corpo mistico di cui Cristo è la testa. Ed è infine questo corpo sacramentale
che nutre coloro che lo mangiano: “Prendete e mangiate: questo è il mio corpo!”
(Mt 26,26).
Già i primi cristiani paragonarono il corpo spezzato di Cristo al grano,
macinato in farina per diventare pane, dopo essere stato mischiato all’acqua
della vita e passato nel fuoco dello Spirito.
Questo pane spirituale, fatto dal grano del campo che è Gesù (Gv 15,1),
divenendo, come il vino dell’Eucaristia, nostro cibo, nutre in noi la vita
divina, che è vita eterna. E Gesù, ancora una volta, afferma: “Io sono”. Qui
dice: “Io sono il pane”. Gesù costituisce il solo nutrimento che possa dare la
vita divina. Chi non mangia di questo pane non avrà la vita in lui (Gv 6,53).
Ecco perché noi celebriamo oggi la realtà umana e divina del Verbo fatto carne e
anche quella del corpo risorto; ed ecco perché ci dà davvero quanto promesso.
Attraverso lui, siamo concretamente in comunione con il nostro Dio. Bisogna
essere presenti alla sua presenza reale.